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Parlano di noi: Bresciaoggi | La Confraternita e il Palio 2019

La confraternita e il Palio 2019

Da Bresciaoggi

La coppa della cinquantesima edizione è stata alzata al cielo dalle cantine Avanzi. È infatti l’etichetta del produttore di Manerba la vincitrice del Palio del Groppello, la storica rassegna organizzata dall’omonima Confraternita che ormai dal lontano 1970 celebra il vitigno autoctono della Valtènesi nella sua espressione più celebre, il rosso Doc definito «ragione e patrimonio» del territorio. Ospitata dall’Antica Cascina San Zago di Salò, la serata finale ha decretato il campione della Valtènesi: erano ammesse alla competizione solo le produzioni del 2018, con percentuali di uve groppello pari o superiori all’85%. Meno di un mese fa la prima selezione, da una rosa di 15 cantine del Garda, a cura di una giuria composta da 7 enologi e 2 sommelier. Tre i finalisti selezionati per giocarsi il Palio: oltre ad Avanzi anche Turina di Moniga e Selva Capuzza di San Martino della Battaglia. Come sempre i tre vini sono stati degustati alla cieca, serviti in anonime brocche e abbinati allo spiedo cucinato da Alberto Bresciani, figlio d’arte (assente giustificato il padre Carlo, titolare dell’Antica Cascina, impegnato in una trasferta enogastronomica in Giappone). Quasi un inedito storico: al primo voto dei confratelli (con gli ospiti più di 120 persone) si è registrato un pari merito, e quindi è stato necessario il voto di spareggio. Alla fine l’ha spuntata Avanzi: a ritirare il premio Giovanni, classe 1975 ed enologo della celebre cantina operativa dal lontano 1931. Immancabili i riconoscimenti anche ai gloriosi sconfitti: il giovane Pietro Turina, classe 1992, per le omonime cantine di Moniga, e Ivan Spazzini del Gran Priorato del Lugana in rappresentanza della cantina Selva Capuzza di Luca Formentini, ex presidente del Consorzio del Lugana. Sono tutti volti noti del Palio: Avanzi era stato finalista anche l’anno scorso, quando vinse Marsadri di Puegnago, e già vincitore nel 1995; Turina ha dominato nel 2006; Selva Capuzza nel 2017. «In Labore fructus et in triclinio laetitia» è il motto dei confratelli, risuonato più volte nelle parole del cerimoniere Luca Fantasia, del segretario Fabrizio Segala, del maestro di cantina Giuseppe Piotti e soprattutto del presidente, Massimo Piergentili. “Nel giorno in cui cadono i muri – ha detto – celebriamo il Groppello che di muri ne ha abbattuti tanti: è un uva rossa, ma vinificata anche in bianco, e si fa spumante, e in rosé per diventare Chiaretto». Serata di gala, ospiti di gala: Franco Bazzani, vicepresidente dei Castellani del Chiaretto, il produttore Antonio Tincani de La Basia di Puegnago, il sindaco di Roé Volciano Mario Apollonio, l’avvocato Zoe Hammatt, arrivata sul Garda addirittura da Honolulu, già membro del Research integrity office del presidente Barack Obama.

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